Piemonte, terra di vini e di montagne.
Dall’unione delle due cose nascono i vini eroici delle montagne di Torino e la viticoltura eroica. Eroica per la passione che i viticoltori riescono a trasmettere attraverso il racconto delle proprie storie e i sapori di questi vini che sono il simbolo di una cultura materiale legata all’amore per il proprio territorio. Eroica per i terreni strappati alla montagna e alla verticalità su cui questi vigneti sono posizionati. Eroici per il coraggio e lo stoicismo di chi crede veramente in questo lato nascosto del Piemonte.
Un viaggio alla scoperta di vitigni antichi, recuperati e salvaguardati da piccole aziende fatte da persone, molto spesso giovani, che si pongono a custodi di un importante patrimonio materiale e culturale.
Piemonte, terra di vini e di montagne.
Dall’unione delle due cose nascono i vini eroici delle montagne di Torino e la viticoltura eroica. Eroica per la passione che i viticoltori riescono a trasmettere attraverso il racconto delle proprie storie e i sapori di questi vini che sono il simbolo di una cultura materiale legata all’amore per il proprio territorio. Eroica per i terreni strappati alla montagna e alla verticalità su cui questi vigneti sono posizionati. Eroici per il coraggio e lo stoicismo di chi crede veramente in questo lato nascosto del Piemonte.
Un viaggio alla scoperta di vitigni antichi, recuperati e salvaguardati da piccole aziende fatte da persone, molto spesso giovani, che si pongono a custodi di un importante patrimonio materiale e culturale.
Arrivo a Torino in maniera indipendente (possibilità di pickup collettivo in stazione tramite minivan) e appuntamento serale all’albergo con aperitivo di benvenuto e briefing di viaggio.
Dopo la colazione, incontriamo la nostra guida turistica che ci accompagnerà nel tour, inedito e “non tradizionale” a piedi tra le vie del centro di Torino, per poterne apprezzare il passato sabaudo e la “redenzione” post industriale e olimpica. Un mix che ne fa “una delle città più sorprendenti al mondo” a detta del New York Times.
Pranzo presso la Trattoria del Buon Mangiare, sempre nel centro città, da un amico del Buon Cammino.
Spostamento in minivan verso la Sacra di San Michele, monumento simbolo della Regione Piemonte e fonte di ispirazione per Umberto Eco per il romanzo “Il nome della rosa”. Abbazia che vanta origini millenarie, costruita sulla vetta del monte Pirchiriano e sentinella della Valle di Susa a testimonianza del suo ruolo centrale nello spostamento lungo l’asse di Francia, sulla via Francigena. Da qui faremo una breve passeggiata per poter ammirare l’area del Torinese dall’alto e la monumentalità della Sacra, come spunto di quello che andremo a raccontare e degustare nei giorni a venire.
Rientro in albergo e cena.
Dopo la colazione ci spostiamo in minivan verso l’alta Val di Susa con destinazione Giaglione e Chiomonte, entrambe cittadine votate alla viticoltura eroica e esempio lampante dell’esigenza dei terrazzamenti, a causa della poca percentuale pianeggiante su cui poter coltivare.
Passeggiata per Giaglione, situata sulla “prua” di una nave, una formazione rocciosa nel mezzo della valle ed orientata verso la pianura. Qui la viticoltura ha preso (e ripreso) i versanti meglio esposti e si è accompagnata alla coltura dei mandorli. Andremo a visitare la Pera Tzarva, il culmine di questa formazione rocciosa su cui di recente è stata posizionata una Big Bench, a riprova della posizione panoramica verso il vicino Rocciamelone e le montagne dell’Alta valle.
Dopo il pranzo ci dirigiamo a Chiomonte che, persin nel suo stemma, riporta un grappolo d’uva a testimonianza del suo antico passato.
Con una passeggiata nei vigneti (che qui a Chiomonte raggiungono i 1.100m s.l.m.), avremo il piacere di ascoltare i racconti di Casa Ronsil, affermata azienda agricola che vanta vitigni antichi tra i quali Avanà, Becuet, Chatus, Baratuciat e Neretta Cuneese.
Qui verremo guidati nell’assaggio di quattro calici di vino, accompagnati da prodotti locali.
Rientro in albergo e cena.
Colazione, pick-up in albergo con il minivan per dirigersi a Pomaretto in Val Chisone.
La cittadina di circa 1.000 abitanti si è posta come uno dei Comuni della Valle che ha meglio interpretato un nuovo concetto di turismo. Qui infatti si respira un’aria nuova, che sempre più si vuol distanziare dall’immaginario sciistico e anzi, si vuole rimodellare sui propri punti di forza. Uno di questi sono proprio i suoi vigneti eroici, aggrappati al versante di Cima Tre Valli e che hanno visto un progressivo recupero che ancora non ha avuto fine.
La nostra degustazione si terrà proprio nel Ciabot, struttura posizionata in mezzo ai vigneti del Ramìe, vino rosso tipico di Pomaretto. Il Ciabot in Piemonte è il casolare che serviva talvolta da magazzino per gli attrezzi, o da locale per la vinificazione o da zona di riposo per chi lavorava i vigneti.
Il Ramìe prende il suo nome dalle ramaglie che vennero ammucchiate ai bordi delle vigne quando gli abitanti della zona, nel corso del Medioevo (si parla addirittura del XIII-XIV secolo), provvidero all’immane opera di disboscamento dei fianchi della montagna per modellarvi i terrazzamenti e “strappare” alla natura selvaggia lo spazio occorrente per l’impianto dei vigneti.
Prima della degustazione affronteremo una piccola escursione che ci porterà nei punti panoramici del versante per meglio poter apprezzare i colori e le forme della Valle sottostante, fino alla Big Bench azzurra su cui potersi rilassare.
Prima del ritorno in minivan verso Torino faremo una tappa da Bernard, azienda che da ben quattro generazioni (fin dal 1902) produce elisir e liquori con erbe delle Valle. Qui avremo modo di assaggiare i loro prodotti e vederne il processo produttivo, apprezzandone il valore artigianale che prevede che le erbe vengano essiccate in enormi sacchi appesi.
Rientro in albergo e cena.
Colazione, pick-up in albergo con il minivan e rotta verso l’alto Canavese: destinazione Carema.
Carema a detta di Mario Soldati è “una città vigneto, una compenetrazione di vigne e case”. Intorno e dentro la città, arrampicati su terrazzamenti artificiali, in una conca naturale che forma una “tasca” laterale della valle che da lì al prossimo comune (Pont san Martin) diventerà Valle d’Aosta.
Piacevole ed estremamente panoramica escursione attraverso il Sentiero dei Vigneti, che esplora l’intera conca mostrando un anfiteatro e quello che a detta degli abitanti è “una chiesa, un monumento alla storia vitivinicola”. Carema infatti produce storicamente Nebbiolo (che qui in questo comune si fregia della DOC) e possiede vitigni di antica genetica.
Degustazione alla Cantina Produttori Nebbiolo di Carema e pranzo in ristorante con prodotti locali.
Al pomeriggio sarà la volta di Settimo Vittone, nella conca adiacente a quella di Carema. Il comune si dilunga in diverse frazioni, più o meno unite tra di loro e presiedute dai castelli di Cesnola e Montestrutto. Anche qui la produzione vinicola conosce un nuovo rinascimento e la struttura a “toppia” e pergola è la medesima di Carema. E’ presente nel territorio del comune un frantoio, singolarità per la zona. Infatti qui dagli anni 90 si è fatta sempre più largo l’olivocultura e la produzione di olii extra vergine d’oliva, a testimonianza dello straordinario clima ed esposizione.
Visita guidata alla pieve di San Lorenzo ed il battistero di san Giovanni, capolavoro di arte preromanica, luogo di recenti scavi e mirabili affreschi.
Breve escursione attraverso le frazioni lungo la via Francigena e spostamento a Borgofranco dove è prevista la visita di un Balmetto.
I Balmetti non sono altro che cantine scavate nella montagna, dentro cui si gode di corrente proveniente dall’antico corpo frana del ghiacciaio Balteo che ha modellato la valle e che conferisce agli ambienti una temperatura costante ed ideale per la vinificazione ed in passato la produzione di birra.
Rientro in albergo e cena.
Dopo la colazione ci dirigiamo in minivan verso la bassa Valle di Susa: destinazione Villarbasse.
In questo territorio, all’inizio in maniera quasi silente, si stanno facendo largo diversi viticoltori con varietà di vitigni autoctoni che hanno dimostrato che il Piemonte non è legato solo al più noto triangolo Langhe, Roero e Monferrato.
Infatti qui è terra di Nebbiolo (le prime testimonianze scritte di questo noto vitigno in Piemonte risalgono al 1226, nientemeno che a Rivoli) e sulle dolci morene del ghiacciaio valsusino ha trovato dimora un’eccellenza di recente ri-scoperta: il Baratuciat, vitigno a bacca bianca autoctono, salvato per puro caso. Nel 2019 è nata addirittura l’Associazione Baratuciat e vitigni minori, a tutela di quello che a tutti gli effetti è un tesoro del territorio.
Sentiremo questa incredibile storia dai fondatori dell’Associazione nella splendida cornice di Prever, azienda vitivinicola che si definisce “custode di antichi vigneti” a Villarbasse. Degusteremo ascoltando le parole di chi quotidianamente affronta un mestiere con passione ed amore per il territorio.
Pranzo in vigna ed escursione per i vigneti lungo la collina morenica nel pomeriggio.
Rientro in albergo e cena.
Colazione in albergo, eventuale pickup per l’aeroporto/stazione e arrivederci al prossimo viaggio!
Certo, le nostre escursioni sono aperte a tutti purché camminatori in buona forma e salute.
Prima di iscriverti ti consigliamo di leggere il nostro regolamento e la scala di difficoltà.
Perché il punto e l’orario di ritrovo vengono comunicati ai soli partecipanti all’escursione alla chiusura delle iscrizione.
Le iscrizioni si chiudono entro le 18 di venerdì per le escursioni della domenica e entro le 18 del giovedì per le escursioni del sabato o al raggiungimento del numero max di partecipanti;
Eventuali disdette pervenute oltre le ore 18 di venerdì per le escursioni della domenica o oltre le ore 18 di giovedì per le escursioni del sabato, comporteranno comunque il pagamento dell’intera quota.
Per qualsiasi dubbio ti invitiamo a leggere le risposte alle domande che spesso ci vengono fatte.