Una forra profonda alcune centinaia di metri, scavata nel vivo granito, difende l’imbocco della Val Codera. Da Novate, l’accesso sembra precluso. A sinistra le cicatrici di numerose cave sul Monte Avedée, a destra un ripido crestone impercorribile. Eppure dietro a queste “Colonne d’Ercole”, là dove non arriva l’auto, è una lunga valle, porta d’ingresso di quel regno di granito che si estende dalla Valchiavenna al Monte Sissone. Una valle che, come tutti i solchi di così cospicuo dislivello in pochi chilometri di sviluppo, alterna i dolci paesaggi di boschi e radure con i valloni realmente infernali che cadono a picco dalle montagne incombenti.
Tratto da Gognablog
La Val Codera, valle laterale della Val Chiavenna, è una delle più selvagge e preservate della provincia di Sondrio, in quanto ancora chiusa dall’accesso degli autoveicoli per la mancanza di una strada carrozzabile. Una leggenda narra che Dio, dopo aver creato il mondo, si ritrovò con un mucchio di pietre avanzate: le sparse un po’ alla rinfusa, e queste pietre crearono la val Codera, il cui nome, infatti, deriva da “cotaria” e quindi da “cote“, cioè masso.
La Val Codera, è una valle unica nell’intero arco alpino considerato che, se dovessimo percorrerla nella sua interezza, potremo percorrere i suoi sentieri in uno scenario che dista almeno otto ore di cammino dalla più vicina automobile. Il che regala uno straordinario sentimento di tempo sospeso e lontano dalla civiltà, o meglio, alla sua forma presente.
Anche Leonardo da Vinci, nel suo codice Atlantico, la definì una valle “aspra e selvaggia”.
Oggi, grazie all’Associazione Amici della Val Codera, la valle vive grazie alle iniziative di pochi resistenti abitanti, otto per l’esattezza, e di tanti soci e amici che ogni anno si impegnano a far sì che questa valle continui a resistere.
In questo weekend di trekking in Val Codera conosceremo tante storie compresa quella del famoso gruppo scout Aquile Randagie che qui svolgeva attività giovanili clandestine durante il periodo del fascismo. Lungo i sentieri della Val Codera, invece, toccheremo luoghi come il Rifugio Bresciadega o il Rifugio Brasca e, percorrendo il tracciolino, faremo rientro alle auto passando per panoramiche e nascoste borgate.
La classica via di accesso alla valle è quella che conduce dal fondovalle a Codera. Si tratta anche di un itinerario compreso in classicissime traversate quali il Sentiero Roma, che proprio da qui parte, e il Sentiero Italia.
Dislivello (m): 845
Sviluppo (Km): 5 circa
Ore di cammino: 3 circa
Difficoltà: 3,5 piedini
Il Rifugio Luigi Brasca sorge in una conca di prati e boschi nell’incontaminata Alta Val Codera. Circondato da cime grandiose, come il Pizzo Ligoncio e la Punta Sfinge, è la prima tappa del famoso trekking “Sentiero Roma” che porta nel cuore del massiccio del Masino-Bregaglia.
Dislivello (m): 492
Sviluppo (Km): 17 circa
Ore di cammino: 5/6 circa
Difficoltà: 2,5 piedini
Il Sentiero del Tracciolino è una delle più spettacolari opere di ingegneria umana della Valchiavenna. Stiamo parlando di un tracciato lungo 10 chilometri che corre ad un altezza costante di 920 metri fra la Val dei Ratti e la Val Codera, costruito negli anni Trenta del secolo scorso come collegamento fra due piccole dighe.
Dislivello (m): 500 circa
Sviluppo (Km): 12 circa
Ore di cammino: 5/6 circa
Difficoltà: 2 piedini
Il nostro trekking residenziale avrà come base il “paese che non c’è”: Codera.
Un borgo, 6 abitanti, la montagna. Qui saremo ospiti della Rifugio Osteria Alpina, un accogliente rifugio situato a 850 metri di altezza nel centro di Codera, suggestivo ed appartato borgo fuori dal tempo, dalle case di granito, abitato stabilmente da una decina di valligiani, privo di accesso stradale e perciò raggiungibile soltanto a piedi.
Il rifugio dispone di camere riscaldate, acqua corrente calda e fredda, doccia, possibilità di connessione internet su richiesta.
L’atmosfera familiare unita alla disponibilità dei soci gestori concilia una pausa ristoratrice e renderà senz’altro piacevole il nostro soggiorno!
55€ a persona al giorno (totale 110€) per il trattamento di mezza pensione (pernottamento, cena e colazione) in stanze doppie, triple, quadruple o piccole camerate a seconda della disponibilità (non è necessario portare sacco lenzuolo o sacco a pelo).
I rimanenti pasti saranno al sacco (possibilità di acquisto panini presso il Rifugio).
N.B. La quota sarà da versare direttamente alla struttura.
Scarponcini o scarpe da trekking, borraccia (piena), bastoncini, abbigliamento in relazione alla stagione.
Certo, le nostre escursioni sono aperte a tutti purché camminatori in buona forma e salute.
Prima di iscriverti ti consigliamo di leggere il nostro regolamento e la scala di difficoltà.
Perché il punto e l’orario di ritrovo vengono comunicati ai soli partecipanti all’escursione alla chiusura delle iscrizione.
Le iscrizioni si chiudono entro le 18 di venerdì per le escursioni della domenica e entro le 18 del giovedì per le escursioni del sabato o al raggiungimento del numero max di partecipanti;
Eventuali disdette pervenute oltre le ore 18 di venerdì per le escursioni della domenica o oltre le ore 18 di giovedì per le escursioni del sabato, comporteranno comunque il pagamento dell’intera quota.
Per qualsiasi dubbio ti invitiamo a leggere le risposte alle domande che spesso ci vengono fatte.