Questo trekking lungo il Sentiero del Viandante ripercorre un’antica mulattiera lungo la costa orientale del lago di Como: 45 km e 4 tappe da Lecco a Colico con splendidi panorami sul Lario tra piccoli agglomerati di case rurali, vecchi mulini, castelli, chiese e cappellette.
Risalente probabilmente già al periodo romano, questo itinerario offriva una via di comunicazione alternativa al lago e alla Via Regina verso la Valtellina e verso i passi alpini: Spluga, Settimo e Julier. Per questo motivo ha da sempre costituito un’importante direttrice che ha collegato per secoli l’Europa settentrionale con l’Italia e il bacino mediterraneo.
Il Sentiero del Viandante tocca alcuni dei borghi più caratteristici del bacino lariano come Abbadia Lariana, Varenna, Bellano e Dervio.
Svolgendosi a quote basse (massima altitudine raggiunta: 800 m s.l.m.) e non presentando particolari difficoltà tecniche, questo trekking è ideale da percorrere in primavera, autunno e inverno ed è, in generale, adatto a tutti.
I nostri viaggi sono pensati per piccoli gruppi da 8 a 12 persone. Volendo garantire tutte le partenze, possiamo confermare questo viaggio con un minimo di 6 partecipanti aggiungendo un piccolo supplemento alla quota. Ecco i supplementi previsti per questo viaggio:
Dalla stazione ferroviaria di Lecco raggiungiamo il lungolago e la pista ciclopedonale in località Le Caviate. Da qui prendiamo una stradina che ci porta vicini alla bastionata del monte San Martino e arriviamo in prossimità della località Pradello. Proseguiamo lungo il sentiero che, verso nord, diventa di tipo montano e offre splendidi panorami sul Lago di Como e le montagne. Scendiamo ad Abbadia Lariana nei pressi della Chiesa di San Martino e attraversando prati e uliveti con vista sulla Grignetta, incontriamo edifici storici e di culto come la Chiesa di San Bartolomeo , la Chiesa di San Giorgio e la La Torre di Maggiana (detta del “Barbarossa”) fino a raggiungere Mandello.
Dislivello (m): 388
Sviluppo (Km): 10,5 circa
Ore di cammino: 4/5
Difficoltà: 2,5 piedini
Giunti alla frazione di Rongio, scendiamo sul versante sinistro della Val Meria dove si possono ammirare le pareti dolomitiche del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonai. Percorrendo un caratteristico ponte naturale si attraversa il corso d’acqua e si sale sul versante opposto per giungere fino all’abitato di Somana. Si prosegue verso Olcio, che però si può ammirare solo dall’alto: l’abitato è collegato al Viandante da una ripida scala costituita da quasi 800 gradini. La mulattiera prosegue fino a Lierna e sale alla località di Ortanella: il sentiero sale ripido nel bosco fino ad un punto panoramico che si affaccia sul lago; da qui la pendenza si fa più dolce e il sentiero conduce all’ Alpe Mezzedo e al Piano di San Pietro. Si scende poi verso Varenna passando per Perledo e il Castello di Vezio.
Dislivello (m): 1030
Sviluppo (Km): 15,5 circa
Ore di cammino: 6/7
Difficoltà: 3,5 piedini
Raggiungiamo Bellano alla riscoperta dei vari borghi della zona, del Santuario di Lezzeno e della Cappella del Miracolo e proseguiamo poi fino alla penisola di Dervio, dove l’itinerario attraversa l’antico ponte sul Fiume Varrone.
Dislivello (m): 543
Sviluppo (Km): 10,5 circa
Ore di cammino: 5/6
Difficoltà: 2,5 piedini
Da Dervio risaliamo verso il borgo di castello con la medievale Torre di Orezia e la chiesa di S.Leonardo. Il percorso procede raggiungendo il caratteristico borgo medievale di Corenno Plinio, con il suo maestoso castello e la chiesa di S. Tommaso di Canterbury. Seguendo il sentiero si possono ammirare il lago e l’Abbazia di Piona fino a raggiungere una carrareccia che scende con rapidi tornanti fino a Posallo di Colico. Giungiamo così al centro città e poi alla stazione ferroviaria, dove possiamo prendere il treno verso casa.
Dislivello (m): 629
Sviluppo (Km): 13,5 circa
Ore di cammino: 6/7
Difficoltà: 2,5 piedini
“Suo figlio viaggerà molto” disse un giorno un’indovina a mia madre.
Non so se il viaggio facesse già parte del mio destino o se la cosa mi piacque a tal punto dal volerla realizzare ma tant’è che, dopo aver relegato la mia passione alle sole ferie aziendali, cammino per professione dal 2015 perché prima, come spesso si sente dire al giorno d’oggi, “facevo tutt’altro”!
Dalle quattro mura di un ufficio ad una stanza a cielo aperto, dalla città alla montagna, oggi accompagno le persone in esperienze di cammino con la convinzione che rappresentino vere e proprie esperienze di “vita in miniatura”.