Duma c’anduma vola in Sardegna per un trekking “a margherita” a cui tiene davvero molto.
Abbiamo scelto il Sulcis, incantevole regione nel sud-ovest della Sardegna, che si svela attraverso un suggestivo trekking di una settimana in cui esploreremo gli itinerari più caratteristici. Lungo la costa, le scogliere maestose si affacciano su un mare cristallino, regalando panorami mozzafiato e un’atmosfera rinfrescante.
Proseguendo nell’entroterra, attraverseremo sentieri in boschi secolari, offrendovi un’immersione nella biodiversità della zona. La flora e fauna endemica, i profumi avvolgenti e le singolarità di questa terra creano un’esperienza sensoriale unica. Attraverso colline e montagne, la vista si estende su paesaggi cangianti, mentre la storia delle antiche miniere racconta di un passato industriale.
Il Sulcis, con la sua fusione di natura e cultura, offre escursioni emozionanti, un viaggio attraverso la bellezza selvaggia e la storia affascinante di questa terra.
Faremo base a sant’Antioco, cittadina che incanta i visitatori con il suo fascino storico e marinaro. Il centro del paese si snoda tra stradine pittoresche, arricchite da edifici storici e colorate botteghe artigiane. E’ proprio qui che ha origine l’etimo della regione: da Solki un insediamento prenuragico e nuragico, una città fenicia e poi punica e romana.
Gli spostamenti saranno effettuati con minivan privato.
Un tuffo nell’area geologica più vecchia d’Europa, tra mare, boschi, macchia, sapori e cultura.
I nostri viaggi sono pensati per piccoli gruppi da 8 a 12 persone. Questo viaggio, però, è strutturato per poter partire con un minimo di 7 persone, con dei supplementi.
Ci incontreremo a Cagliari e da lì faremo trasferimento in minivan verso il Sulcis, precisamente a Sant’Antioco.
Sistemeremo i bagagli in struttura e dopo una piccolo tour alla scoperta del paese ed un pranzo, ci sposteremo a piedi per visitare lo stagno di Santa Caterina e di Mulargia, alla ricerca dei fenicotteri rosa e per osservare la sagoma dell’isola da un punto diverso.
Da qui ammireremo le luci del tramonto che lentamente scende sull’isola e torneremo in paese per una cena e per prepararci al giorno successivo.
Il terzo giorno sarà dedicato alla scoperta della sesta isola italiana per grandezza, la sorella di Sant’Antioco, famosa per il rosso dei suoi tonni e per i suoi legami con la Liguria.
Andremo infatti all’isola di san Pietro e partiremo da Carloforte, detta “U Pàize” una vera e propria enclave ligure in Sardegna, dove vivono ancora la lingua e la cultura dei suoi fondatori: le famiglie di pescatori provenienti dall’isola tunisina di Tabarka, dove risiedevano fin dal XVI secolo, erano in realtà a loro volta originarie di Pegli. Nel 1738, i tabarchini ottennero l’autorizzazione da parte del re Carlo Emanuele III di colonizzare l’isola di San Pietro, allora disabitata e conosciuta come ‘isola degli sparvieri’, dal passato nuragico e fenicio.
Preso il battello da Calasetta (anche lei fondata dai tabarchini) approderemo a Carloforte, e attraverseremo l’isola coi suoi orti, pinete che ricoprono pendii e vigneti spazzati dal vento per arrivare a Cala Vinagra: un fiordo di antiche rocce laviche lungo una costa tormentata ed alta, che qui trova calma per lasciarci apprezzare le sue acque trasparenti e cristalline, in fondali ricchi di vita.
Torneremo poi lentamente verso il capoluogo per tornare a Calasetta e da qui in struttura per birra, cena e riposo.
Dopo colazione faremo un trasferimento verso il nuraghe Seruci e partiremo alla volta di Nebida, Masua e Porto Flavia.
Nomi che fanno suonare una campanella se parliamo di Sardegna e trekking: passa infatti di qua uno dei tratti più panoramici e fotografati del Cammino Minerario di Santa Barbara (percorreremo il Cammino per qualche tratto, divagando sul tema in cerca del percorso perfetto per alternare scogliera a sentiero di più facile percorrenza). Infatti è proprio in questa giornata che incontreremo il Concali su Terràinu, nome sardo del famoso scoglio Pan di zucchero, sito davanti alla costa di Masua: un enorme blocco di calcare bianco a qualche centinaio di metri dalla costa, uno dei monumenti naturali più imponenti e spettacolari dell’Isola e simbolo della costa di Iglesias.
Panorami su scogliere e macchia ci vedranno arrivare a Porto Flavia per una visita guidata. Porto Flavia è un promontorio modellato dall’uomo negli anni ’20 del XX sec., un’ardita opera sospesa fra cielo e mare, che permetteva l’imbarco diretto dei minerali sulle navi, destinati alle fonderie nord-europee.
Un capolavoro d’ingegneria e unione con la natura progettato dal direttore Cesare Vecelli, che diede all’opera il nome di sua figlia: Flavia.
Da qui verremo recuperati dai mezzi che ci riporteranno verso la struttura per la cena ed il riposo.
Passeremo sopra la Grotta dei Baci ed i suoi 14 metri di altezza per andare verso punta Menga dove si trovano i fortini bellici della batteria antiaerea e antinavale Candiani, da cui la zona prende il nome. I rifugi erano collegati tra loro da tunnel e trincee ed avevano il compito di difesa dalle incursioni nemiche durante la Seconda Guerra Mondiale.
Dalla punta infatti si ha una vista mozzafiato, è possibile vedere tutto il Golfo di Palmas, le Isole vulcaniche della Vacca, Vitello e del Toro e tutta l’Isola di Sant’Antioco.
Arriveremo lungo la costa fino a Porto Botte, precisamente a Mare Baxiu dove dopo una sosta ed un bagno ristoratore, ripartiremo verso Sant’Antioco per la cena ed il riposo.
Questa giornata la lasciamo libera per poter godersi una giornata di mare, ma vi diamo anche qui una proposta extra, dedicata all’esplorazione delle calette e del mare del Sulcis.
Una giornata dedicata alla pesca e al mare, attraverso un viaggio in barca per tuffi, pesce e relax. Un’occasione per visitare le isole minori e le sue acque cristalline, lontane dalle spiagge e raggiungibili solo via mare.
Salperemo dal porticciolo di Sant’Antioco dopo colazione, e la prima tappa sarà quella che ci vedrà andare a tirare su l’attrezzatura da pesca, per assistere e vivere in prima persona questa esperienza. Dopo questa fase si andrà all’isola della Vacca e qui faremo il primo bagno della giornata, accompagnato da un aperitivo. Per il pranzo ci sposteremo in un altra caletta per un altro bagno. Finito, si proseguirà il giro con un altra sosta per la frutta ed il caffè con amaro.
La rotta del rientro toccherà tutta la costa e le sue stupende viste, che dal mare favoriscono un punto privilegiato.
Al termine dell’escursione, torneremo a piedi in struttura e qui faremo cena e ci riposeremo per il giorno successivo.
Al settimo giorno prepareremo i bagagli e ci sposteremo verso il Monte Arcosu e l’Oasi WWF del Cervo e della Luna.
L’Oasi WWF del Cervo e della Luna è un gioiello naturale che si estende in un paesaggio incantevole, offrendo una cornice perfetta per gli amanti della fauna e della flora. Situata in un’area di straordinaria bellezza, l’oasi è caratterizzata da una varietà di habitat che ospitano una ricca diversità di specie. I maestosi cervi sardi (Cervus elaphus corsus), simbolo di forza e libertà, si muovono graziosamente tra boschi e radure, creando uno spettacolo affascinante.
Attraverso sentieri ben curati, ci immergeremo in un ambiente unico, osservando la vita selvatica in un contesto naturale intatto. L’Oasi WWF del Cervo e della Luna rappresenta un impegno concreto per la conservazione della biodiversità, offrendo al pubblico un’opportunità unica di connettersi con la natura e apprezzarne la bellezza intrinseca.
Al termine della nostra visita guidata, saremo accompagnati a Cagliari, dove passeremo l’ultima notte.
Per l’ultima giornata di questa avventura saremo a Cagliari, dove avremo la mattina libera per poter visitare la città e godere delle sue vie soleggiate, all’ombra dei Bastioni e del rione Castello.
Ci troveremo per pranzo e da qui prenderemo un taxi che ci porterà all’aeroporto, dove ci daremo l’arrivederci alla prossima avventura con la sensazione di aver vissuto di una delle zone più naturalizzate e selvagge d’Italia, nel pieno della bellezza che solo un luogo come la Sardegna può lasciare.
La piacevole sensazione di sorpresa che provo quando scopro qualcosa di nuovo vicino a me o in un posto che credevo di conoscere bene, mi invoglia a ricreare quella suggestione nelle persone che accompagno, cercando la soddisfazione del “eppure sono passato di qui mille volte!“
Dal 2018 svolgo questo mestiere con entusiasmo e mi sorprendo nel vedere quanti giri si facciano prima di tornare alle passioni d’infanzia, diventando finalmente ciò che sei sempre stato!
Quindi zaino in spalla ed occhi aperti, abbiamo tante cose da fare!