La Costa degli Etruschi è un territorio dove convivono momenti di totale wilderness che ha il volto di una impenetrabile macchia mediterranea e spazi lavorati dall’uomo che si presentano con la saggezza di antichi ulivi o con la geometria e l’armonia di importanti vigneti. Un trekking perfetto, quindi, per scoprire un territorio ricco di testimonianze e aspetti ambientali e umani tutti da conoscere.
Camminare sui sentieri della Costa degli Etruschi significa condividere itinerari che per secoli hanno accompagnato boscaioli, carbonai, mugnai, bracconieri, poeti e pastori.
Vicino al blu del Tirreno o immersi nel verde intenso delle colline del metallo si respira sempre il Mediterraneo. Che sia libeccio, grecale o scirocco, all’alba o al tramonto, nella luce esplosiva dell’estate o in quella delicata e radente dell’autunno, l’essenza di questi luoghi restituisce a chi si muove lentamente il gusto di scoprire luoghi tutti da vivere a passo d’uomo. E soprattutto luoghi capaci di motivarci fortemente verso il recupero del “nostro” tempo, in continuo movimento e in equilibrio tra cielo e mare.
Quante volte abbiamo sentito la frase “Solo questo vale tutto il viaggio“? Noi ti diamo ben più di un motivo per preparare lo zaino e venire con noi:
I nostri viaggi sono pensati per piccoli gruppi da 8 a 12 persone. Volendo garantire tutte le partenze, possiamo confermare questo viaggio con un minimo di 6 partecipanti aggiungendo un piccolo supplemento alla quota. Ecco i supplementi previsti per questo viaggio:
Arrivo a San Vincenzo con le auto messe a disposizione dai partecipanti, sistemazione nelle camere ed escursione lungo il mare verso il Golfo di Baratti. L’escursione che non prevede dislivelli potrà avere una lunghezza variabile tra i 10 e i 15 km in base al nostro orario di arrivo a San Vincenzo e non prevede alcun tipo di difficoltà.
Con l’auto raggiungiamo Campiglia Marittima da dove iniziamo un vero e proprio viaggio nella realtà della Val di Cornia immergendoci in un ambiente disegnato dalla natura e dalle mani dell’uomo: vigneti e uliveti, antiche cave di estrazione del marmo di Campiglia, fitta macchia mediterranea e un panorama indimenticabile che spazia dalla costa, le isole dell’arcipelago e il Monte Amiata.
Un anello molto piacevole che si snoda tra Suvereto e Campiglia Marittima, due borghi medievali che, da soli, meritano un viaggio e una visita tutta da gustare a ritmo lento.
Raggiungiamo il parcheggio di Cala Moresca in auto e da qui ci incamminiamo sospesi tra cielo e mare nella fitta macchia mediterranea affacciati sulle isole dell’Arcipelago Toscano.
Percorriamo l’antica Via dei Cavalleggeri un tempo presidiata dai “finanzieri” d’epoca medievale su concessione dello Stato Pontificio alla Repubblica Pisana per esercitare giurisdizione e controllo su questo tratto di costa, fino a raggiungere le Buche delle Fate (tombe ipogee etrusche).
Da qui, dopo una bella sosta, proseguiamo per l’antichissima e importantissima città etrusca di Populonia per poi fare rientro, ad anello, alle auto.
Prima di rientrare a casa ci concediamo un’ultima escursione che parte dalla frazione di San Carlo e sale a quota 420 m sul livello del mare da dove è possibile ammirare panorami straordinari che spaziano dal Promontorio di Populonia alle Isole dell’Arcipelago toscano. Anche la vegetazione cambia in maniera sensibile diventando, a causa del terreno roccioso calcareo, da arborea quasi arbustiva, con piante di dimensioni molto più piccole, come il ginepro, il lentisco, la ginestra, il leccio e il frassino.
Questo territorio racchiuso tra i comuni di San Vincenzo, Campiglia M.ma, Castagneto C.cci, Sassetta, Suvereto e Piombino ha inoltre caratteristiche minerarie significative che lo rendono parte importante del sistema delle Colline metallifere. I minerali più abbondanti permettevano in passato la produzione di rame, piombo, argento, ferro e stagno.
L’escursione è disseminata, specialmente nella parte più in quota, di alcune grotte e voragini, debitamente segnalate e recintate, tra le quali le più interessanti sono la Buca del Serpente e la Buca del Grillo. La più importante come dimensioni è la Buca del Serpente che ha un diametro di circa 10 x 5 m e sprofonda in senso verticale per 95 m.
L’itinerario tocca inoltre Rocca San Silvestro, villaggio fortificato di origine medievale nato per volontà dei Conti della Gherardesca per sfruttare i giacimenti minerari della zona.
“Suo figlio viaggerà molto” disse un giorno un’indovina a mia madre.
Non so se il viaggio facesse già parte del mio destino o se la cosa mi piacque a tal punto dal volerla realizzare ma tant’è che, dopo aver relegato la mia passione alle sole ferie aziendali, cammino per professione dal 2015 perché prima, come spesso si sente dire al giorno d’oggi, “facevo tutt’altro”!
Dalle quattro mura di un ufficio ad una stanza a cielo aperto, dalla città alla montagna, oggi accompagno le persone in esperienze di cammino con la convinzione che rappresentino vere e proprie esperienze di “vita in miniatura”.