Questo trekking lungo l’Alta Via di Merano è considerato uno dei più belli dell’intero arco alpino e si svolge all’interno di un’area naturale protetta: il Parco Naturale Gruppo di Tessa. Frequentato soprattutto dagli escursionisti stranieri, durante il cammino si può godere di incredibili viste mozzafiato sulle montagne circostanti e ci si immerge nella natura incontaminata del parco.
L’itinerario ad anello è marcato con il nº 24 e fu creato da Robert Schönweger ed Helmuth Ellmenreich, guide alpine dell’AVS (associazione alpina altoatesina), venne inaugurato nel 1985.
Circa 80 km e poco meno di 5000 m di dislivello complessivo accompagnati da incantevoli viste sulle cime di Merano e dintorni, sulla Val Venosta e, nelle giornate limpide, anche sulle Dolomiti e sul Massiccio dell’Ortles: una vera e propria immersione nel paesaggio alpino d’alta quota.
Questo trekking lungo l’Alta Via di Merano permette di conoscere da vicino il mondo degli agricoltori di montagna altoatesini che, con il loro secolare impegno, hanno plasmato e conservato questo habitat antropizzato.
N.B. Alcune tratti lungo l’Alta Via richiedono passo sicuro e assenza di vertigini e particolare attenzione ma nei punti più esposti sono sempre presenti catene, funi o parapetti per la sicurezza.
Arrivo a Merano/Tirolo, sistemazione in albergo, cena e pernottamento.
L’Alta Via di Merano attraversa il pendio boscoso sopra Monte S. Caterina, paesino di montagna che è possibile raggiungere in bus e in auto: la fermata del mezzo pubblico si trova proprio in paese e c’è anche un parcheggio gratuito non custodito. Da lì si segue l’indicazione per l’Alta Via di Merano. Si procede lungo la strada in salita fino al maso Montferthof (1471 m s.l.m.). Passato il maso, seguendo un sentiero ripido, si attraversano pendii con vegetazione steppica (nominato Sellboden).
Attraversando pascoli tra lievi salite e discese si arriva ben presto alla biforcazione a destra per la Val di Fosse. Il sentiero scende attraversando un ampio pendio boscoso. È importante fare attenzione nei canali: la caduta massi può verificarsi anche senza pioggia. Passato il maso Infanglhof si arriva alla strada, da lì si mantiene la destra e si sale verso l’Albergo Jägerrast (1693 m s.l.m.): posto alla fine della strada pubblica, è una destinazione molto amata dagli escursionisti. Un ampio sentiero conduce alla Val di Fosse attraversando un bosco luminoso. Con un pizzico di fortuna, nella valle sovrastante è possibile avvistare dei camosci, oppure un’aquila reale che volteggia sulla gola perché nidifica sulle sue pareti. Dopo un capitello votivo, passata una svolta a destra del sentiero, si vedono la malga Casera di Mezzo (1954 m s.l.m.) e, dopo un breve tratto, la malga Rableid (2004 m s.l.m.), nelle quali è possibile concedersi una pausa. Il sentiero poi attraversa un lariceto per arrivare al maso Gelato (2071 m s.l.m.). Lì svettano due montagne: la Cima Bianca Grande (3278 m s.l.m.), che deve il nome alla sua chiara roccia calcarea, e l’Altissima (3480 m s.l.m.), a sinistra della depressione del valico.
Dal Maso Gelato al Rifugio Petrarca si devono superare 859 m di dislivello (ca. 3 ore di cammino). Sul vecchio sentiero militare raggiungiamo prima la forcella “Eisjöchl” (2.895 m) e poi il Rifugio Petrarca (2.875 m). Arrivati al rifugio lo sforzo viene ricompensato: le vette del Parco Naturale del Gruppo di Tessa si presentano maestosi – la Cima Bianca (3.278 m) pare a portata di mano.Dopo una sosta al rifugio, circondati dalle montagne del Parco Naturale, proseguiamo il nostro cammino fino alla malga Lazinser Alm (1.860 m). Qui dobbiamo dire addio all’alta montagna. Dal maso Lazinser Hof (17.82 m), l’Alta Via di Merano porta sul lato sinistro del Rio Plan fino al piccolo paese idillico di Plan (1.624 m).
La sesta tappa dell’Alta Via di Merano prende il via da Matatz dove il sentiero scende nella Valle di Kalmbach fino a quota 820 m s.l.m., il punto più basso dell’Alta Via di Merano. L’escursione prosegue in un continuo saliscendi fino a raggiungere i 1.000 m di quota all’altezza di Magdfeld. Da qui il sentiero passa accanto a diversi masi di montagna, in parte attraverso boschi, tocca il maso Longfallhof in Val Sopranes e prosegue poi fino al Ristorante Talbauer e ancora fino alla stazione a monte della funivia della Muta, il punto di partenza dell’escursione sull’Alta Via di Merano.
Dopo la colazione, saluti e arrivederci al prossimo viaggio!
“Suo figlio viaggerà molto” disse un giorno un’indovina a mia madre.
Non so se il viaggio facesse già parte del mio destino o se la cosa mi piacque a tal punto dal volerla realizzare ma tant’è che, dopo aver relegato la mia passione alle sole ferie aziendali, cammino per professione dal 2015 perché prima, come spesso si sente dire al giorno d’oggi, “facevo tutt’altro”!
Dalle quattro mura di un ufficio ad una stanza a cielo aperto, dalla città alla montagna, oggi accompagno le persone in esperienze di cammino con la convinzione che rappresentino vere e proprie esperienze di “vita in miniatura”.
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112 km e 6000 metri di dislivello positivo (!) su un meraviglioso sentiero ad anello in un paesaggio montano di una bellezza incontaminata percorso insieme ad
un gruppo che ha saputo creare un affiatamento davvero raro, con il contributo sicuramente non marginale della sostanziosa cucina (do you remember Kaiserschmarren?) e degli ottimi vini altoatesini.
Il benessere dato dal riposarsi dopo una mattinata di faticosa salita trascorrendo un intero pomeriggio a guardare i cavalli pascolare nelle infinite distese di prati davanti
al Maso Gelato in piacevole compagnia sorseggiando l’immancabile Forst è davvero
qualcosa di inestimabile.
E tutto questo è dovuto anche e soprattutto a Gabriele, di cui in questi anni ho potuto apprezzare le doti di sicurezza, autorevolezza e pacatezza (quante rime!), accompagnate da un inconfondibile humour, a tratti molto cool.
Esperienza bellissima che ha lasciato nelle mie gambe, per alcuni giorni, un po’ di stanchezza ma che ha riempito i miei occhi di panorami e colori fantastici e il mio cuore di sensazioni e sentimenti che rimarranno per sempre in me.
Uno dei ricordi più vividi è la salita al Passo Gelato, di prima mattina, avvolti dalle nuvole e dal melodico silenzio della natura, interrotto solo dai nostri passi e dal muggito delle mucche che ogni tanto comparivano sul sentiero. Salita lenta ma inarrestabile fino al Passo Gelato dove ho potuto recuperare un po’ di energia con un piatto extralarge di minestroso (delizioso) al caldo del nuovo Rifugio Petrarca.
È stata la mia prima esperienza di trekking con Duma C’anduma e il bilancio è assolutamente positivo. Gabriele è stata una guida perfetta e l’organizzazione ben bilanciata tra tempo dedicato al trekking e il recupero, favorito dallo sciroppo di sambuco, dalle birre e da compagni di avventura super!
Questa è stata la mia prima “alta via”. Mi sono affidata ad una guida bravissima e super competente, consiglio di seguire Gabri anche per chi vuole iniziare passo dopo passo ad avvicinarsi al mondo dei cammini.
Poi non è solo cammino, è anche confronto, riposo mentale, accompagnato sempre da buon cibo e buon bere.
L’Alta via di Merano è un meraviglioso sentiero escursionistico contrassegnato dal n. 24.
Come sempre, camminando, mi sento più parte del luogo che sto vivendo, forse perché ho il tempo di respirarlo, ammirarlo e, a volte, anche annoiarmici dentro (ma pochissimo eh 😂)
Tutto è ben organizzato, i panorami sono spettacolari, sempre diversi ad ogni tappa, il sentiero è tracciato impeccabilmente e, in alcuni punti dove poteva essere un po’ pericoloso, c’era già pronta una deviazione al fine di non trovarsi in situazioni spiacevoli.
Quindi, con un buon allenamento e uno zaino ben organizzato si potrebbe fare anche in autonomia MA con il gruppo di Duma C’anduma diventa un’esperienza extrasensoriale 😁
Sì perché si posso ascoltare le esperienze di vita degli altri partecipanti, si condividono stanze, a volte acciacchi e anche paure (attenzione alle mucche per esempio)… ma soprattutto, si condivide la fatica, che in questo caso trovo sia una cosa buona.
A volte fa esternare parte di ognuno di noi che non conosciamo o che reprimiamo, ma è un qualcosa che serve per comprendere appieno noi stessi.
Ah beh, ok la fatica, ma poi ci sono tutte le cose buone e belle da condividere: tipo brindare con litri di Forst, stupirsi delle porzioni formato famiglia degli strudel di mele e pensando (tutte le volte) che se ne potevano ordinare qualcuno in meno, convincersi a vicenda che un kaisersmarren è la ricetta giusta per fare saltellando tutto il dislivello della giornata, e ad ogni pausa, votare il succo di sambuco più buono 🙂
Ci sono tantissime altre sensazioni e legami difficili da spiegare e che forse è anche giusto preservare all’interno del gruppo, la cosa certa è che viaggiare con Duma C’anduma è magico😊
Una settimana di camminate impegnative e spettacolari. Le aspettative erano alte, ma non sono state deluse: panorami incantevoli, compagnia splendida, organizzazione impeccabile. Pure il tempo ci è stato amico. Esperienza che ripeterei e quindi “ALTAmente” consigliata!!! Go go go Dumacanduma!