Siamo all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso nella Valle meno conosciuta e più selvaggia: la Val Soana.
Già l’avvicinamento in macchina, percorrendo la strada di fondovalle che costeggia il torrente Soana, è un primo approccio ai pendii, al mondo agreste, ai panorami di rocce, pinnacoli, alpeggi e chiesette che caratterizza questa Valle, che per promuoversi – a buona ragione – viene dato l’appellativo di “valle fantastica“.
Arriviamo con la macchina fino al Vallone di Forzo che si insinua nel cuore di un vero e proprio angolo di paradiso. Ad accoglierci ci sarà un gigante affresco raffigurante il re di questo habitat : lo stambecco.
Il nostro sentiero parte dalla piccola borgata di Tressi, costeggia il torrente Forzo e arriva al borgata di Boschietto, dove molti proprietari di seconda e terza generazione hanno ristrutturato le baite dei luoghi di origine dei padri e dei nonni.
Da questa borgata il sentiero si inerpica per boschi di larici fino ad aprirsi sui prati in quota sotto la Cima del Cavallo e qui lungo il percorso si incontrano diversi ruderi di baite.
La nostra meta, l’Alpe Giavino, è un alpeggio in un incredibile posizione panoramica da cui si vedono le principali cime della Valle: il Monveso di Forzo, la Punta delle Sengie, la Plata di Lasin.
Il sentiero di rientro è il medesimo dell’andata.
N.B. Nel Parco Nazionale è espressamente vietato introdurre cani.
4 piedini (consulta scala di difficoltà)
1000
9
6
2154 s.l.m.
Ore 7.30 a Pont Canavese (da confermare)
lineare
Al sacco
Scarponcini o scarpe da trekking, borraccia (piena), abbigliamento in relazione alla stagione, bastoncini, ramponcini da trekking.