Questa escursione si svolge in uno dei valloni più selvaggi nel cuore del Parco del Gran Paradiso: bucolico ed aspro allo stesso tempo con un fascino magnetico che rimane impresso nei ricordi. Qui sono ancora visibili tratti di antiche mulattiere fatte costruire da Re Vittorio Emanuele II, ruderi di antichi alpeggi disseminati sui pendii e piccole dighe che regimentano torrenti e creano bacini di un celeste cristallino.
Siamo nel Vallone di Noaschetta attorniati dalle pareti tra le più belle delle Alpi: il Monte Castello, le Torri del Blanc Giuir dove sono state aperte storiche vie di arrampicata che solcano fessure, diedri, placche e strapiombi.
Noasca, oltre ad essere uno dei comuni italiani a più elevata escursione altimetrica (dai 841 m della frazione Frera fino ai 4026 m della punta del Roc, una delle anticime del Gran Paradiso) è il nostro punto di partenza. Il Vallone del Roc, quello di Ciamusseretto e il Vallone di Noaschetta, paralleli tra di loro insistono sul territorio di questo piccolo comune di 126 abitanti, non conosciuto come Ceresole Reale ma con panorami tra i più belli delle Alpi.
L’itinerario parte proprio dalla piazza principale di Noasca, si snoda per le strade del centro storico e sale ripido vicino alle pareti per giungere fino al rifugio non gestito di Noaschetta e si snoda seguendo il rio Noaschetta fino all’Alpe Arculà. Il rientro è parzialmente un anello che passa dalla borgata Sassa.
3 piedini (consulta scala di difficoltà)
835
11
5/6
1894 m s.l.m.
Ore 9.00 a Noasca (da confermare) / possibilità di viaggio condiviso da Torino
parzialmente ad anello
Al sacco con propri viveri
Scarponcini o scarpe da trekking, borraccia (piena), abbigliamento in relazione alla stagione (sia da caldo che da freddo con indumenti impermeabili e antivento), bastoncini consigliati.