Mettere ordine alle riflessioni di questi giorni è stato tutt’altro che facile. Ma, considerata la situazione, ci sembrava doveroso provare a farlo per rendere tutto il più chiaro e comprensibile possibile. Perché come abbiamo già scritto su Facebook, per noi è molto importante condividere con tutti voi una stessa visione delle cose per trovare, sempre di più, non solo un modo di camminare insieme ma una vera e propria filosofia di vita.
Affrontare il tema della ripartenza non è semplice
ma qui sotto ho provato a farlo suddividendolo in 3 passi.
Ti chiedo quindi di fare come davanti ad una salita e, passo dopo passo, di leggere tutto. Per noi è molto importante e siamo convinti che lo sarà anche per te. Se invece non sei interessato a incamminarti è probabile che non condividiamo la stessa visione delle cose!
Allora che faccio? Inizio?
PRIMA PARTE
Qual è il senso di camminare insieme?
Ci si dovrebbe scrivere un libro, altro che una misera (seppur lunga) newsletter!
Non ci è mai interessato collegare un punto A con un punto B. Ci è sempre interessato tutto quello che stava nel mezzo, oltre che prima e dopo.
Da sempre e prima di tutto camminare è stato un modo di stare con le persone e fra le persone. Il gruppo, che tiene conto di ogni individualità, è stato l’archè, il principio generatore dal quale è nato tutto. Ed in questo mo(n)do di stare insieme c’è tutto (e se non tutto una buonissima parte) di quello che ora, per ovvi motivi, non saremmo più in grado di offrirvi!
Allora mettici la colazione del mattino, barattare un po’ di frutta secca per un pezzo di cioccolato alle nocciole, darsi una mano per non scivolare e sostenersi. Mettici la birra di fine escursione! Poi, perché no, mettici anche il viaggio in auto. Magari in 5 persone tremendamente sudaticce, “profumate” ma felici (ah sì, di queste 5 una guida l’auto e le altre 4 dormono).
Mettici che camminare è sempre stato, per noi,
un cammino verso l’alt(r)o.
E ora che l’altro lo guardiamo con un po’ di diffidenza (non dire di no perché ti vediamo anche sotto la mascherina sai?) anche se fino a ieri abbiamo camminato spalla contro spalla…be’, qualche domanda consenticela!
Dov’è finito tutto questo senso?
Scusa il gioco di parole che manco Vasco si sarebbe sognato, ma che senso ha fare una cosa che il senso non ce l’ha più? Come si fa a trascorrere quella che dovrebbe essere una giornata di leggerezza in un momento in cui non possiamo prendere le cose alla leggera?
SECONDA PARTE
Il ruolo della guida e il senso di responsabilità
Oggi abbiamo visto le prime foto dei colleghi che hanno ripreso le loro attività. Poi abbiamo visto le foto di alcuni partecipanti.
La domanda che rivolgiamo a noi stessi è: qual è il ruolo di una guida in una situazione del genere? Oltre alla normale veste di accompagnatore/accompagnatrice, dobbiamo anche vestire i panni dell’animatore dell’oratorio che dice cosa fare e cosa no? Ma soprattutto, ci sentiamo di farlo?
Vogliamo prenderci la responsabilità di controllare un nemico invisibile che purtroppo non è svanito nel nulla? In un contesto in cui diventa difficile farlo, siamo in grado di far applicare le regole fornite nell’incertezza di questo momento?
Inoltre…
Come guide siamo iscritti ad alcune associazioni di categoria. E sapete cosa è successo? Che alcune hanno dato il “libera tutti” ed altre, invece, hanno consigliato di aspettare ancora.
Poi…
Vogliamo aggiungere il fatto che se dovesse mai succedere qualcosa non abbiamo ancora un protocollo sanitario da seguire? O che nonostante lo scarico di responsabilità che dovremmo farvi firmare prima di ogni escursione, non siamo così sicuri che qualcuno non possa venirci a prendere per le orecchie (per usare un eufemismo) qualora dovesse succedere qualcosa?
TERZA PARTE
Un approccio culturale
Ti ricordi quando, ad inizio pandemia, si proclamava alla montagna come ad un luogo sicuro? Ed in effetti la montagna, per l’isolamento che la contraddistingue, lo è e lo è stata…ma siamo sicuri che possa continuare ad esserlo? Tutti i luoghi, di per sé, sono sicuri. Ma il problema non sono forse le persone che si muovono da un luogo all’altro? E sì che uno pensa all’isolamento dell’alta montagna ma siamo sicuri di star pensando al bene reale di questi posti? Sicuri sicuri che a forza di fomentare questa cosa, senza una visione più ampia e di medio lungo termine, non si rischi almeno un po’ di sovraffollamento?
E noi, che amiamo profondamente questi luoghi,
non possiamo che continuare a farci tutte queste domande!
E quindi?
L’economia non può stare ferma!?
Sacrosanta verità! Ma anche scusa indotta da uno stato di necessità (comprensibile) che porta a ragionare sul “tutti dentro” invece che a nuovi e autentici modelli di turismo.
Neanche noi possiamo permetterci di stare fermi ma visto che crediamo davvero nel nostro lavoro, nel turismo e nella meraviglia che abbiamo a pochi passi da casa, crediamo sia giunto il momento di ripensare alle relazioni che muovono e si muovono intorno a questi concetti. Perché se non si riparte da qui avremo perso una gran bella occasione.
Al momento stiamo percorrendo strade alternative per continuare ad “accompagnarvi” e per stare con voi. Guardando sempre al bicchiere mezzo pieno, forse, si stanno creando nuove modalità per fare il nostro lavoro. E con l’entusiasmo che ci contraddistingue, nonostante tutto, ci vogliamo provare!
Se vuoi vedere a cosa stiamo lavorando clicca qui per leggere l’articolo che è uscito sul Corriere della Sera un po’ di giorni di fa.
Intanto, comunicandoti che proveremo a riprendere le attività verso fine giugno, possiamo continuare a camminare ognuno con le proprie gambe con l’unica certezza che quando torneremo a farlo di nuovo, spalla contro spalla, sarà ancora più bello. Sarà nuovo!