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Scrivere e parlare di cacca non è proprio argomento da signorine, non è educato parlarne a tavola ed è ritenuto piuttosto volgare e disdicevole narrarne particolari.

Nella letteratura si trova che famosi personaggi come Mozart utilizzassero l’argomento come un divertente passatempo anche per intrattenere l’altro sesso. Ci sono scambi di missive dell’insigne compositore che scrive dei propri e altrui escrementi con dovizia di particolari, alla cugina e alla moglie. C’è addirittura un vocabolo per descrivere questa tendenza del discorrere di cacca, la coprolalia ( dal greco copro, sterco e lalia, chiacchiera).

Ci prendiamo la licenza con questa premessa intellettuale per darci un tono nel buttar giù qualche riga sull’argomento “cacca” che speriamo induca nel lettore un po’ di curiosità ed interesse quando se ne trova una vicino agli scarponi.

La fatta, come viene chiamata la suddetta nel mondo scientifico è una traccia della presenza di una specie sul territorio e alle volte viene percepita prima dall’olfatto che dalla vista specialmente se di carnivoro e fresca!

Le impronte ad esempio ci indicano più o meno approssimativamente la specie ( alcune come quelle del tasso sono pressocchè certe) e precisamente il numero di individui e poi in linea di massima il comportamento, a seconda della distanza se cammina o corre, se scava o cerca qualcosa.

Ben evidenti sono quelle sul manto nevoso che vengono chiamate “snow tracking“, utilizzate molto, ad esempio, nella ricerca sul lupo.

Le indagini ed i monitoraggi scientifici dei ricercatori con metodi non invasivi (come lo sono invece ad esempio la cattura per radiocollare gli animali) si avvalgono del ritrovamento di tracce come peli, scaglie e fatte.

Perché sono così importanti?
In questi reperti organici è contenuto DNA, la carta d’identità personale che consente di arrivare proprio al singolo individuo.
I ricercatori per ottenere questo fondamentale materiale genetico con specie rare e elusive come la lince piazzano in punti strategici dei grattatoi con feromoni (sostanze biochimiche che attirano animali della stessa specie) per reperire peli e poter estrarre il DNA.
Si sa come tutti i felini siano puliti e meticolosi nel nascondere le proprie feci, lo possiamo osservare anche semplicemente con il nostro micio di casa.
Sarebbe quindi un evento eccezionale riuscire a scovare in bosco una fatta di qualsiasi felino.

Per i canidi come il lupo, il cui monitoraggio si fa sopratutto con la raccolta delle fatte invece è più frequente il ritrovamento.
La fatta assieme all’urina rappresenta per questo predatore  una marcatura territoriale. Si è visto infatti che sono in numero maggiore sui confini del territorio di due branchi vicini.

Gli escrementi ci narrano molto, sono ritrovamenti preziosi per gli studiosi, ci danno informazioni sulla dieta, alcune malattie e grazie alle cellule epiteliali di sfaldamento che in genere contengono, si può risalire al DNA e scoprire l’individuo, le caratteristiche, le parentele.

Pensate un po’!

Grazie alla genetica molecolare delle cacche si arriva al gossip dei branchi, gli accoppiamenti di quell’esemplare, peggio delle notizie indiscrete dei paparazzi sui giornali, ma queste non sono illazioni ma certezze di laboratorio!

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