Le orchidee stanno al mondo vegetale come le scimmie a quello animale
Forse è molto più semplice e immediato comprendere perché, tra tutti gli animali, le scimmie ed in particolare gli scimpanzé siano in cima alla piramide evolutiva rispetto a capire perché le orchidee, tra tutti i fiori, siano quelli più specializzati e complessi.
Lo scimpanzé ha la postura, le mani e la faccia molto vicina a quella di un uomo, che è quanto di più efficiente ed evolutivamente superiore sia stato creato. Homo sapiens, dotato di un’intelligenza (sul cui uso da parte di qualche rappresentante della categoria nutro personalmente seri dubbi) e di una motricità (pollice opponibile, stazione eretta etc…) che gli hanno permesso un uso articolato delle mani.
Delle orchidee ne sappiamo mediamente poco, sono piccole, non si muovono e hanno meno appeal di un simpatico cucciolo di orango.

Proviamo a conoscerle un po’
Direi di partire proprio da ciò che non si vede per scoprire già un mondo affascinante: le radici.
E’ proprio dall’apparato sotterraneo che deriva il nome orchidee, per la forma a tubero delle radici. Orchis significa infatti testicolo.
Alcuni generi come Neottia, Dactylorhiza devono il nome alla particolare forma dell’apparato radicale simile ad un nido, la prima, ed a forma di mano, l’altra.
Queste piccole piante, a parte le Barlie che arrivano anche a 80 cm di altezza, sono fragili e delicate.
I semi, molto piccoli e praticamente quasi privi di sostanze di riserva quindi con un tempo di vita limitato, vengono custoditi in capsule e affidano la loro dispersione al vento. Per poter germinare hanno bisogno di stabilire una simbiosi con un fungo che prende il nome di endomicorrizza, costituita dal micelio del fungo e dal seme dell’orchidea.
La germinazione del seme è il risultato dell’equilibrio tra queste due entità biologiche che può impiegare 10 anni perchè si realizzi.
Per fiorire possono passare dai 4 ai 14 anni

Perché si arrivi ad una pianta compiuta di orchidea, quindi, i fattori che possono intercorrere affinché questo viaggio verso la fioritura non si realizzi, sono tanti e diversi.
Le orchidee sono tanto affascinanti e “intelligenti” quanto fragili e vulnerabili
In quanto esseri viventi tendono a crescere e riprodursi ed è forse proprio qui, nelle strategie riproduttive, che le orchidee danno il meglio di loro.
Hanno bisogno degli insetti per poter trasportare il polline e li attirano con abili inganni opportunistici. Il fiore, infatti, è la massima espressione della ammaliatrice di queste meraviglie della natura. In termini botanici l’infiorescenza è definita zigomorfa a simmetria bilaterale, ovvero il si può dividere in due metà specularmente uguali.
Fin qui niente di speciale anche le Labiate o Lamiacee che dir si voglia hanno questa tipologia di fiore. Le piante più conosciute di questa famiglia sono la Salvia e il Rosmarino, regine della cucina mediterranea.

Ma la meraviglia e l’invenzione innovativa stanno nel labello
Il labello, cioè la marcia in più delle orchidee, è un petalo modificato che nel genere Ophrys è proprio tanto modificato!
Facciamo un passo indietro e torniamo alle reminiscenze botaniche scolastiche. Un fiore può avere un elemento fiorale che sta sotto il fiore ed è chiamato calice. Questo è a sua volta costituito dai sepali, in genere verdi, e da altri elementi colorati e appariscenti che costituiscono la corolla, i petali, quelli del m’ama non m’ama della margherita per intendersi.
Nelle orchidee sia i sepali che i petali contribuiscono alla magnificenza del fiore, i sepali si colorano e i petali si modificano.
E qui eccoci arrivati agli inganni botanici, a fin di bene però, che le orchidee mettono in atto per riprodursi.
In caso di maltempo o come stallo notturno, i generi Orchis e Serapias per la loro conformazione a ombrello si trasformano in rifugi per gli insetti che ne escono sporchi di polline.
Ma la strategia più maliziosa e spettacolare è quella dell’inganno sessuale delle Ophrys
I maschi degli insetti, in genere imenotteri, vengono attirati dal labello che imita il corpo della femmina riproducendone la pelosità, la rotondità, la presenza di antenne e di occhi e addirittura ci sono sostanze odorose che imitano i feromoni sessuali emessi dalle femmine per attirare i maschi.

Alla fine c’è sempre da imparare dalla natura e mutuiamo dal mondo vegetale tanti comportamenti.
La solita vecchia storia del maschio attirato dagli attributi della femmina! Noi però con reggicalze, pizzi e profumi, al confronto della malizia delle Ophrys, siamo delle dilettanti!
Se desideri approfondire la conoscenza del fantastico mondo delle orchidee ed in particolar modo con quelle del Piemonte ti suggeriamo questo bellissimo libro!
Orchidee del Piemonte. Atlante e guida al riconoscimento.
