Uno degli immensi privilegi del viaggio a piedi è quello di permettere a chi vi si dedica di assaporare pienamente l’ebbrezza di aver percorso un territorio con la sola forza dei suoi polpacci e della sua determinazione, e di offrirgli la sensazione gratificante di essere stato il solo artefice della scoperta di un paesaggio o di un ambiente.
Indovinare nel cielo velato del mattino dove si arriverà la sera; intravedere dietro di sè, nella luce abbagliante del mezzogiorno da dove si era partiti la mattina e, davanti a sè, dove si arriverà la notte; nella serenità del crepuscolo, dire a se stessi che il giorno prima ci si era accampati là, in quel punto ora quasi indistinto, e che ci si trovava ancora là all’alba. Poi, senza più pensare alla fatica, al caldo o al freddo, alla fame o alla sete, azzardarsi a pensare che continuando così, giorno dopo giorno, praticamente si sarebbe in grado di fare, passo dopo passo, il giro del pianeta…Emeric Fisset – L’ebbrezza del camminare, piccolo manifesto in favore del viaggio a piedi