La rete dei sentieri che attraversa il Parco Nazionale del Gran Paradiso copre un totale di oltre 500 km e si estende su cinque vallate che fanno da cornice alla vetta principale del Parco che è proprio il Gran Paradiso con i suoi 4061 metri di altezza.
Una rete pressoché inesauribile, quindi, per fare escursioni e trekking nel Gran Paradiso.
Le cinque valli che sono comprese nei confini del parco si suddividono tra il versante piemontese con la Valle Soana e la Valle Orco e il versante valdostano con la Valle di Cogne, la Valsavarenche e la Valle di Rhêmes.
Prima di addentrarci nelle tante peculiarità naturalistiche di questo meraviglioso territorio è bene fare un passo indietro per scoprire quando e perché è stato istituito il Parco nazionale del Gran Paradiso.
La storia del Gran Paradiso
Il Gran Paradiso è il primo parco nazionale italiano ed è stato istituito il 3 dicembre 1922 “allo scopo di preservare la fauna e la flora e di preservarne le speciali formazioni geologiche, nonché la bellezza del paesaggio”. In particolare la storia del parco è fortemente legata alla salvaguardia dell’animale che più lo rappresenta e che ne è diventato il simbolo: lo stambecco.

Facendo alcuni passi indietro fu nel 1856 che Vittorio Emanuele II proclamò questo territorio Riserva Reale di Caccia salvando dall’estinzione lo stambecco la cui popolazione aveva raggiunto, fino ad allora, livelli allarmanti.
Nel 1913 si svolse l’ultima caccia reale e, sei anni più tardi, Vittorio Emanuele III decise di cedere allo Stato i territori del Gran Paradiso di sua proprietà indicando come condizione che si tenesse in considerazione l’idea di istituire un Parco Nazionale per la protezione della flora e della fauna alpina.
Ma furono proprio gli anni dopo l’istituzione del Parco, quelli tra il 1933 e il 1947, i peggiori dal punto di vista di gestione del territorio e quelli che videro il crollo della situazione faunistica fino a quando, il 5 agosto 1947, venne istituito l’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso il cui primo direttore fu Renzo Videsott.
Da qui ebbe inizio il lungo e difficile percorso di tutela e promozione che ha rappresentato un vero e proprio momento di rinascita per tutto il Parco.
Case di caccia e mulattiere reali
Un’importante eredità lasciata da quei primi anni di amministrazione autonoma del Parco, è rappresentata dal recupero di quell’antica rete viaria che consentiva lo spostamento dei reali e di tutto il loro seguito durante le battute: le Strade di Caccia.
Le Strade di Caccia del Gran Paradiso sono un incredibile esempio di ingegneria e sono costruite con ciò che i cantonieri trovavano sul luogo, adoperando pietre per il selciato o per i muretti e legno per i ponti. Ora sono utilizzate dai Guardiaparco per muoversi agilmente tra le vallate e offrono agli escursionisti una comoda alternativa per fare trekking ed escursioni nel Gran Paradiso.
Escursioni per scoprire il Parco Gran Paradiso
- Il Santuario di San Besso
- Il Vallone di Forzo
- La Casa di Caccia di Orvielle
Il Santuario di San Besso

Luogo simbolo del Parco, il santuario di San Besso in Val Soana è tra i santuari più alti d’Europa in quanto si trova a oltre duemila metri di quota. E’ un luogo di culto che fonda le sue radici in un rito antichissimo della Val Soana.
La leggenda narra che San Besso venne ucciso da altri pastori della vallata per invidia delle sue greggi. Altre versioni, invece, raccontano di un San Besso in fuga dalla Svizzera che dopo aver depredato alcuni pastori venne punito con la morte.
Un luogo carico di spiritualità se si aggiunge che proprio sul Monte Fautenio, prima dell’evangelizzazione della vallata, si praticavano riti pagani.
Il Vallone di Forzo

In Val Soana oltre al santuario di San Besso e il piano dell’Azaria tanto caro a Mario Rigoni Stern, c’è un luogo speciale per tanti escursionisti, una vallata laterale e poco conosciuta con alcune borgate disabitate ma ancora ben tenute che permettono un salto nel passato, come le frazioni di Boschetto e Boschettiera che con le loro case tipiche, le scuole, i piloni votivi e le chiese permettono di assaporare com’era la vita nel Vallone di Forzo tanti anni fa.
La Casa di Caccia di Orvieille in Valsavaranche

Lasciando le macchine a Degioz è possibile dirigersi verso il caratteristico borgo di Vers le Bois e poi in un bosco di larici attraversato da una delle mulattiere fatte costruire dai reali. Un capolavoro architettonico di muretti a secco, tornanti e selciato ancora ben conservato. Il dislivello sulla mulattiera viene guadagnato dolcemente fino ad arrivare al pianoro dove è stata edificata la Casa di caccia di Orvieille. Edificio ad un piano, come tutte le case di caccia, immerso nelle fioriture e con davanti lo spettacolo indescrivibile del versante Nord del Gran Paradiso.
Da qui è possibile proseguire al Colle di Entrelor e poi fino al Lago di Djouan. Una piccola meraviglia delle Alpi!
Escursione al Colle Leynir

In piena estate, superato lo splendido scenario del Colle del Nivolet, è possibile raggiungere gli oltre tremila metri del colle Leynir che si trova nel punto di incontro tra la Valle Orco, la Valsavarenche e la Val di Rhêmes. Qui la vista spazia davvero su tutto l’arco alpino e le pianure sottostanti.
Un’escursione da fare con buona forma fisica, da non sottovalutare in caso di giornata di sole visto che, da subito, non c’è la possibilità di trovare ombra in quanto si svolge completamente in ambiente alpino di alta montagna.
Trekking nel Gran Paradiso

Per scoprire meglio e conoscere a fondo tutte le bellezze del Parco, in particolare del versante piemontese è possibile optare per un trekking di più giorni nel Gran Paradiso con base fissa al Rifugio Guido Muzio. Questo rifugio è posto in posizione strategica e alla base di alcuni tra i più bei trekking della Valle Orco.
Con brevi spostamenti in auto è possibile raggiungere il punto di partenza di alcune escursioni e percorrere le famose strade di caccia del Parco ma anche i sentieri meno battuti dove c’è sempre la possibilità di avvistare da vicino la fauna: stambecchi, camosci, marmotte, volpi e addirittura il gipeto.