Il nome “Gran Paradiso” (unico massiccio montuoso culminante a oltre 4000 metri interamente in territorio italiano) evoca inevitabilmente paesaggi celestiali e montagne che elevano lo spirito. Il luogo ideale, insomma, in cui camminare per fare escursioni e trekking indimenticabili.
Il Gran Paradiso include cinque valli principali di cui tre in Val d’Aosta e due in Piemonte. Rispettivamente sono la Val di Rhêmes, la Val di Cogne, la Valsavarenche, la Valle dell’Orco e la Val Soana.
Il toponimo “Gran Paradiso” pare derivare da “Gran Paradis” e dal patois “Granta Parei” che significa “grande parete”. Si riferisce al ben noto, in tutto in territorio italiano, 4000. Diviso tra la Val d’Aosta e il Piemonte, in passato si era soggiogati dalla magnificenza delle pareti che ispirò anche il poeta Carducci nella sua ode “Piemonte”.
Una grande montagna per grandi trekking immersi nella bellezza di luoghi che è difficile descrivere. Ma basta dire che mai nome fu più adeguato al luogo!
Vieni a camminare con noi e scopri le escursioni e i trekking più belli del Gran Paradiso.
Due sono i re che in tempi passati hanno, ognuno a suo modo, contribuito alla creazione di questa importante zona protetta che è il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Un re nel senso letterale con la corona e un re con le corna!
Vittorio Emanuele II non è stato l’unico re sabaudo che ha cacciato in questi territori che, dopo le Regie Patenti del 1821, furono esclusivamente riservati a Casa Savoia. Senza dubbio però è stato il regnante che ha portato i più grandi benefici al territorio e agli abitanti.
Fece costruire ben 5 case di caccia, destinate all’epoca a ospitare lui, il suo entourage, i cavalli e varie tende per i battitori, i cuochi e gli attendenti durante le sue famose battute di caccia.
Le case di caccia del Gran Paradiso furono edificate su altipiani ed erano costruzioni ad un piano con dietro le scuderie. Nei giorni delle battute di caccia, quando il re assoldava in paese dai 150 alle 200 persone tra battitori, portatori e inservienti, il pianoro si riempiva di gente e il re, magnanimo, faceva elargire ad ore fisse una moneta da 8 soldi per i più poveri.
Dondena (nella Valle di Champocher) è l’unica casa di caccia fuori dal Gran Paradiso perché il territorio di caccia di Casa Savoia era più ampio degli attuali confini del Parco.
Orvieille (in Valsavaranche) era la prediletta, qui addirittura aveva un telegrafista e sbrigava gli affari di stato e molte leggi avevano la firma reale del luogo.
Lauson, in Val di Cogne, ancora una casa di caccia in territorio aostano, ora rifugio Vittorio Sella del C.A.I. di Biella.
Nivolè, dove c’è un altipiano attorniato dai più famosi laghi del Gran Paradiso, colli, montagne, pascoli e una casa di caccia diventata adesso il rifugio Savoia. Uno dei luoghi simbolo del Parco dove in un paesaggio strepitoso si trova l’omonimo colle che attualmente e più agevolmente congiunge con una carrozzabile la Valle d’Aosta (Valsavarenche) al Piemonte (Valle Orco) vietata al normale transito per motivi di conservazione del Parco
Gran Piano di Noasca, unica casa di caccia in territorio canavesano, è quella più conservata dove sono ancora presenti le intonacature rosa delle finestre.