Il Cammino di San Benedetto è tra i cammini in Italia più emozionanti. Con i suoi circa 300 km, unisce Norcia a Montecassino, tra Umbria e Lazio.
Vi troverete a percorrere sentieri, carrarecce, strade a basso traffico, in un paesaggio che offre scorci emozionanti e allo stesso tempo coinvolge i tre luoghi più importanti del movimento benedettino: Montecassino, Norcia e Subiaco.
Un percorso che può essere fatto sia a piedi, per un totale di 305 km, sia in bici, con 40 km in più. In questo approfondimento vi portiamo alla scoperta di questo cammino che si caratterizza per lo spirito benedettino, presente nei luoghi come non mai. Un’esperienza che è per tutti, non solo per i credenti.
Le tappe del Cammino di San Benedetto
Il cammino di San Benedetto, nella sua interezza, richiede circa 16 giorni a piedi oppure 7 in bicicletta. Le tappe sono 16. Il percorso a piedi tocca località quali:
● Norcia.
● Cascia.
● Monteleone di Spoleto.
● Leonessa.
● Poggio Bustone.
● Rieti.
● La Valle Santa.
● Rocca Sinibalda.
● Castel di Tora.
● Pozzaglia.
● Orvinio.
● Mandela.
● Vicovaro.
● Subiaco.
● Trevi nel Lazio.
● Collepardo.
● La Certosa di Trisulti.
● Casamari.
● Arpino.
● Le Gole del Melfa.
● Roccasecca.
● Montecassino.

Tra le tappe del cammino ci sono tre luoghi fondamentali per la storia del Santo (Norcia, Subiaco e Montecassino), a cui abbiamo accennato non a caso all’inizio. Norcia è la città dove San Benedetto è nato il 3 marzo 480 d.C e si trova in Umbria, nella provincia di Perugia.
Subiaco è il luogo, per San Benedetto, del ritiro per 3 anni come eremita, un’esperienza che porta alla fondazione, nel corso di circa 30 anni, di 12 monasteri.
Infine, Montecassino: la città nella quale il Santo muore il 21 marzo 547 d.C., lasciando il suo testamento spirituale, tramandato nel corso dei secoli: la regola “Ora et Labora”.
Il cammino tocca anche luoghi meno famosi, capaci di emozionare un viaggiatore che è alla ricerca di piccole meraviglie da scoprire. Un percorso, quindi, non solo religioso, ma anche di viaggio interiore vero e proprio.
Un pellegrinaggio coinvolgente ed emozionante che può essere fatto in più momenti della vita. Noi di Dumacanduma vi proponiamo un percorso che vede, ad esempio, un viaggio alla scoperta del Cammino di San Benedetto in Ciociaria, la parte laziale di uno dei cammini d’Italia più amati dai pellegrini e dagli appassionati di trekking.
Un cammino interiore, molto più di un semplice viaggio
Il cammino è un’occasione per fare amicizia, sia con gli altri partecipanti sia con i volontari che si incontrano per strada e nelle strutture deputate all’accoglienza. Un viaggio introspettivo che vede nel confronto con gli altri, che ci fanno sempre da specchio, un tratto importante, per condividere tutti insieme una ricerca che si fa passo dopo passo, pedalata dopo pedalata.
Le strutture dove ci si può fermare per dormire, riposare, rifocillarsi sono diverse. Oltre a quelle commerciali, come hotel, agriturismi, b&b, alloggi a conduzione familiare, non mancano le strutture non commerciali, ovvero monasteri, conventi e case private, le quali accolgono il pellegrino con il sistema a offerta libera. Indispensabile avere, nel caso degli alloggi privati, il proprio set da bagno e un sacco lenzuolo, nonché la credenziale del pellegrino.
La credenziale del pellegrino: di cosa si tratta
La credenziale del pellegrino è uno dei tratti caratteristici del Cammino di San Benedetto. Di cosa si tratta? Di una sorta di “passaporto” che viene dato al pellegrino e consente l’accesso alle strutture deputate all’ospitalità non commerciali (e quindi donative).
La credenziale del pellegrino non è solo questo, è anche un segno distintivo del pellegrino, un vero e proprio sistema identificativo, potremmo dire, che fa capire a tutti la natura del viaggio, in primo luogo alla persona che lo realizza. È un documento che si trova anche negli altri cammini in Italia (ad esempio la Via Francigena) e persino in quelli internazionali, compreso il Cammino di Santiago.
Per ottenere la credenziale è necessario un piccolo costo, legato alla stampa e alla spedizione. Le offerte vanno all’associazione senza fini di lucro “Amici del Cammino di San Benedetto” e servono per mantenere e promuovere le iniziative legate al cammino.
I gioielli del Cammino di San Benedetto in Ciociaria: Subiaco e Montecassino
Nel percorso legato al Cammino di San Benedetto che noi di Dumacanduma abbiamo organizzato, ci sono le tappe della Ciociaria, per un totale di 6 giorni di cammino. I luoghi toccati sono tutti interessanti, ricchi di spiritualità, complice il contatto con una natura davvero impareggiabile, nonché due delle mete più importanti del cammino stesso: Subiaco e Montecassino.
Ed è proprio Subiaco uno dei luoghi più emozionanti del nostro “naufragare”, per citare il poeta Ungaretti. Subiaco riveste un’importanza assoluta nella storia di San Benedetto, ma è anche un posto dell’anima per l’incanto che offre il paesaggio: si trova, infatti, immerso in una cornice di eccezionale bellezza, quella del Parco Regionale dei Monti Simbruini e del fiume Aniene. Un vero e proprio locus amoenus.
Le tracce del passaggio del Santo sono ben visibili e Subiaco si conferma capace di lasciare sbalorditi, tanto che ad esserne conquistato fu persino il Petrarca, il quale lo definì la “Soglia del Paradiso”. Si possono visitare sia la grotta che ha ospitato San Benedetto durante il suo periodo eremitico, sia le tracce monastiche, con il monastero più antico fondato proprio dal Santo di Norcia. Non manca la biblioteca, che vede 150.000 volumi compreso il primo stampato con la tecnica gutenberghiana a caratteri mobili.

L’altra tappa per cui merita sempre fare il Cammino di San Benedetto è l’arrivo a Montecassino, il punto finale di arrivo. Il paese è stato il terreno della famosa battaglia di Cassino della Seconda Guerra Mondiale, ben visibile a “quota 593”, dove svetta l’obelisco polacco.
L’abbazia, fondata da San Benedetto nel 529 d.C., ha visto la morte del Santo ed è stata distrutta per ben 4 volte, per essere poi nuovamente ricostruita. Si possono ancora vedere le tracce di uno dei bombardamenti che è passato maggiormente alla storia: quello fatto dagli Alleati il 15 febbraio 1944, il quale, tuttavia, non fu sufficiente a fare breccia nella Linea Gustav, la causa all’origine del bombardamento.
Il cammino di San Benedetto per le caratteristiche che vi abbiamo raccontato rappresenta uno dei cammini in Italia più belli ed emozionanti. Un’esperienza capace di rimanere impressa per sempre nel cuore e nella memoria.