Più tardi, facendo un riepilogo della mia vita, potrò dire che, grazie alla montagna prima e al resto del mondo selvaggio poi, ho accumulato via via un mio vissuto che porto dentro, fatto di cose che contano, per me, soprattutto perché in esse la mia azione ha sempre corrisposto al mio pensiero. Arriverò anche ad affermare che nel corso della mia esistenza ho incessantemente provato ribellione per gli orizzonti limitanti, per la routine, per la banalità, per tutto ciò che riduce la personalità.
Nulla di ciò che ho fatto è importante in assoluto, questo è ovvio, però mi appartiene totalmente e mi identifica. Così dunque “io sono” il mio modo stesso di vivere, e credo che ciò comprenda il mio pensiero, le mie azioni, le mie parole […]
Poiché un uomo ha bisogno di credere che l’aver vissuto sia servito a qualcosa, offro le mie esperienze e le mie riflessioni a chi voglia confrontarsi. Ma pongo bene in evidenza che quanto fatto è stato per me un modo di vivere, e non un mezzo per tirare a campare.
Walter Bonatti
Montagne di una vita
Nella foto, in cima al Monte Palon con gli amici di The World’s Paths.