È vero che dedicarsi al camminare – anche solo per un’ora al giorno – ci fa godere di più del tempo rubato agli affari (camminare come sosta deambulante distensiva); ci restituisce alla nostra corporeità (camminare come palestra naturale e gratuita); sferza i sensi intorpiditi della vita sedentaria, illuminata dal neon, priva di odori che non siano asfissianti (camminare come esperienza emotiva e sentimento di esistere).
Tutto ciò è troppo poco, però, qualora il camminare non “favorisca l’elaborazione di una filosofia elementare dell’esistenza basata su una serie di piccole cose”; non induca “per un momento il viandante a interrogarsi su di sè, sul rapporto con la natura e con gli altri, a meditare su un’inattesa gamma di questioni”.
Troppo, troppo poco.
Estratto da “Filosofia del camminare” di Duccio Demetrio